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Agenda

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 Corso Istruttore Metodica Yoga Ginnastiche UISP Salute Benessere a Lucca

(inizio 30/31 Gennaio 2021) posticipata alla riapertura delle palestre

yoga porte aperte  2020, 20 anni di YANI (lezione)

Respiro vivo (Seminario)

Serate del pensiero (conferenze)

Meditazione settimanale a distanza

il giovedi dalle 20:30 alle 21:30 (Costanza 348 5703187)

 

Corsi e orari

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CENTRO YOGA NIKETAN

 

( settembre 2020 - Giugno 2021 )

 

I corsi sono organizzati secondo il protocollo applicativo Covid-19

 

Meditazione della Luna Piena

Meditazione della Luna Piena

Meditazione della Luna Piena

Ogni Luna Piena

Ore 20,30

presso il Centro, salvo indicazioni differenti.

INCONTRI DI MEDITAZIONE

IN OTTEMPERANZA ALLE NORME COVID19, SI ACCEDE ALLA MEDITAZIONE SOLO SU PRENOTAZIONE TELEFONANDO AL 348 5703187.

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X Colloquio del Gruppo "Oggi la Parola" di Emilio Masserati (Centro Yoga Niketan)
"Et...et..: esperienze di confine, identità cercasi .... nelle differenze."

Questo è il tema del X° Colloquio del gruppo "Oggi la Parola" che si è tenuto presso il Monastero di Camaldoli dal 28 Ottobre al 1 Novembre 2011.
Con piacere espongo gli aspetti che in questi giorni di intenso lavoro più hanno mi hanno commosso. Un sentito grazie ai monaci e al gruppo "Oggi la Parola" che aprono queste "riflessioni esperienziali" a tutti coloro che vogliono parteciparvi. In particolare ai monaci che con i tempi della liturgia (Lodi, Vespri, Eucarestia ecc), scandiscono una fede che và al di là del tempo e si rivolgono all'umanità con il linguaggio di Cristo figlio di Dio;la disciplina, "l'assordante silenzio", "l'Ospitalità", alimentano lo Spirito e ridanno fiducia al cammino dei figli di Dio.
Ecco, parto da qui per dire che il tema, oggi tanto discusso, delle differenze e dei confini tra le persone non può fermarsi a considerazioni del tipo: cosa vogliono quelli lì? cosa fanno quì? (immigrati, sranieri, s/conosciuti ecc); che cosa vogliono gli "altri" da me?; senza eludere ovviamente le regole che esistono in una Comunità (alcune delle quali vanno aggiornate e cambiate) la domanda dobbiamo sforzarci di porla in modo diverso: comesi chiama questa persona? ognuno nel mondo porta con sè una storia, ricca di vicissitudini che il più delle volte noi semplicemente ignoriamo. Se ci chiudiamo ci limitiamo, se ci apriamo algi altri con la nostra fede la nostra cultura scopriamo che gli "altri" non sono spinti verso di noi solo da bisogni materiali ma anche culturali e spirituali con cui siamo chiamati dal corso della storia a relazionarci.
Ciò che siamo chioamati a fare è di vivere la nostra fede, Spiritualità con tutte le persone che incontriamo, prima di tutto ovviamente con le persone della nostra famiglia e della nostra Comunità.
Per concludere cito il professore Roberto Mancini ("La logica del dono", Edizioni Messaggero Padova) che ha tenuto la relazione conclusiva del X° Colloquio: <<Quando saranno viste contemporaneamente e messe a confronto l'inaccettabilità del sistema attuale e la vita comune diversa che potremmo costruire e abitare, allora l'assetto dominativo si sfalderà. Ciò che sembrava insuperabile risulterà irreale, ciò che veniva giudicato utopistico sarà invece così concreto da essere condiviso. Quanti, lungo il cammino del cambiamento, si ricordano degli altri e di sè, non accettando che la società sia ridotta a un unico insensato mercato, testimoniano per tutti che la vera felicità chiede di sentirsi partecipi di una comunità grande come la vita. Una vita che, se pure conosce ancora la sofferenza,l'ingiustizia e la morte, intanto sperimenta in ogni sua piega forme di bene condiviso così credibili che si può sperare di giungere, un giorno, al bene definitivo, quello che non avrà mai fine>>.

Dialogo sulle religioni, l'unità con Dio.
Londra, Estate 2007

Ogni religione afferma che i propri testi sacri riportino la parola definitiva di Dio e
che in essi sia contenuta la pienezza della Verità. Gli ebrei ritengono che la Torah sia
eterna e che sia la Parola Ultima di Dio. Per i cristiani, invece, la Parola Ultima di
Dio è quella che si può leggere nei Vangeli, custodi degli insegnamenti di Cristo,
considerato la pienezza della rivelazione. I musulmani credono che Maometto sia
l’ultimo profeta e che il Corano sia eterno e perfetto, perché è la scrittura rivelata più
recente.
Per approfondire questo tema, occorre comprendere che il complesso di credenze e
istanze che ogni religione propugna come Verità trae origine prevalentemente da due
diversi tipi di materiale: elementi storico-geografici da un lato, elementi prettamente
dottrinali e spirituali dall’altro. Nel prendere in esame un testo sacro va tenuta nella
debita considerazione la componente storico-geografica: le descrizioni della Verità e
di Dio veicolate dai testi sacri, infatti, sono inevitabilmente condizionate anche dalla
situazione sociale, politica e scientifica dell’epoca della loro stesura. Dunque, se si
considerano in modo critico le Sacre Scritture, sorgono alcuni dubbi sull’origine della
Parola Ultima di Dio.
Lo sviluppo della coscienza umana procede di pari passo con la realizzazione della
relazione umano-divino. La Parola Ultima di ogni religione deve essere compresa
nella sua duplice costituzione: originata in parte da Dio e in parte dal sistema sociale
che guida i rapporti umani.
Esistono tre diverse modalità di relazione col divino. La prima è riassumibile nella
frase «Dio è superiore a me»: Dio manifesta il suo volere come legge che governa i
rapporti umani nella società e questo crea un’identità collettiva.
Invece nel secondo caso il rapporto tra gli elementi è questo: «Io sono in Dio e Dio è
in me»: Dio non manifesta il suo volere attraverso la Legge, ma rivela chi “è” un
essere umano;questo livello appartiene alla Mente Universale. Non vi sono testi sacri,
gli esseri umani vivono attraverso la loro luce interiore e diventano la via, la verità e
la vita.
Il terzo tipo di rapporto umano-divino è esemplifcato dalla frase «Io e Dio siamo una
cosa sola». Questo modo di concepire Dio è riconducibile alla Mente Unitaria. In
questo caso esiste solo Dio ed è Dio stesso che opera dentro e attraverso la Mente
Universale. Dio è la via, la verità e la vita. Ciò non significa che l’essere umano
diventi un altro Dio, ma esso si svuota completamente di se stesso e diventa uno
strumento di Dio.
L’aforisma «Io e Dio siamo una cosa sola» indica la Verità Ultima e più elevata nella
relazione umano-divino. Non è possibile andare oltre questo stadio. Gesù Cristo
stesso espresse questo concetto, ma esso comparve anche cinquecento anni prima,
nelle Upanishad, in cui i saggi scrissero «Io sono Brahman» o «Io sono Dio».
Quindi, Cristo non fu il primo in assoluto a divulgare quest’idea: fu il primo solo nella
tradizione profetica.
Anche dopo Gesù, molte altre persone hanno diffuso questo concetto, nella
tradizione indiana come nel mondo cristiano. In quest’ultimo, una simile teoria è stata
avversata e rimossa, perché la religione cristiana concepisce un Dio creatore e
dunque non è lecito che un essere umano, creato da Dio, possa affermare di essere
un’unica cosa col divino: tale caratteristica appartiene solo a Gesù, al figlio di Dio.
L’affermazione «Io e Dio siamo una cosa sola» potrebbe sembrare blasfema, ma in
realtà è l’affermazione più umile; significa che la coscienza umana si è
completamente svuotata e ciò che rimane è Dio; significa che esiste un solo Dio e
che l’essere umano non esiste al di fuori di Dio.
La Mente Unitaria è la Parola Ultima, ma essa non si può collocare in un sistema
sociale e tutte le strutture sociali sono un suo riflesso imperfetto. I testi sacri sono il
riflesso imperfetto della Mente Universale e della Mente Unitaria. Quindi una Parola
Ultima esiste al più alto livello della relazione umano-divino, ma non esiste nella verità
manifesta. La più alta verità non può essere inserita in leggi o strutture e non
può essere organizzata. Quindi i testi sacri non dovrebbero essere considerati come
la Parola Ultima di Dio. Ogni generazione deve riflettere per comprendere il
messaggio e il volere di Dio, tenendo conto delle situazioni sociali, politiche e
scientifiche del proprio tempo.
Per raggiungere benessere e felicità, all’umanità non sono sufficienti un testo sacro e
un ultimo profeta. Questi strumenti possono giungere ad offrire al massimo un senso
di sicurezza e stabilità, ma, di contro, bloccano l’evoluzione della coscienza umana.
Quindi, esiste una Parola Ultima nella relazione umano-divino – vale a dire nella
Verità eterna alla base di ogni religione – ma non nella sua manifestazione storica,
solitamente fissata in un testo sacro. Tutte le scritture, infatti, sono condizionate
dagli elementi storico-geografici contingenti alla rivelazione del messaggio religioso:
occorre che vengano affrontate in modo critico e consapevole. Ogni religione e ogni
testo sacro devono essere giudicate secondo la possibilità che hanno di creare una
relazione con Dio.
Qual è la più alta relazione umano-divino che una religione o un testo sacro possono
ammettere? Questo quesito potrebbe essere uno dei criteri utilizzabili per giudicare le
religioni e i relativi testi sacri. Ogni religione e ogni scrittura devono essere giudicate
tenendo conto anche della dignità degli esseri umani.
Quando siamo desiderosi di essere strumenti di Dio,
c’è sempre la possibilità che Dio parli all’umanità attraverso di noi.
Qual è il segno della nostra unità con Dio?
Un fondamentale segno attraverso cui Gesù si è presentato all’umanità è la lavanda
dei piedi fatta ai suoi discepoli: il Figlio di Dio è al servizio dell’umanità e non si
considera superiore agli altri. Egli è umile. L’umiltà è il segno di chi ha già realizzato
la sua unità con Dio. Lavando i piedi ai suoi discepoli, Gesù ha creato un simbolo che
indica l’amore per il prossimo.
L’umiltà è il segno dell’unità con Dio.
Le definizioni religiose possono ridurre Gesù o l’umanità a sole creature di Dio e a
separarle dal Divino.
In verità, noi siamo una cosa sola con il Divino.
Yoga Ratna e unione interiore: simboli e miti della ricerca del Sé
di Costanza Ceccarelli
Definirei il mio incontro con lo Yoga Ratna un vero e proprio “approdo”, una solida roccia sulla
quale erigere l'edificio del sadhana. Ognuno di noi, più o meno consapevolmente, percorre un
cammino nella vita. Esso può diventare un percorso di coscienza e di scoperta di Sé, ma può anche
non diventarlo affatto, eppure compiersi. Ritengo che sia un percorso unico ed irripetibile, diverso
cioè per ogni singolo individuo, e comunque meritevole di di riconoscimento e rispetto. Ci sono,
tuttavia, alcuni aspetti e caratteri di quella che chiamiamo “ricerca di Sè” che si ritrovano simili
nell'esperienza di ciascuno di noi, e che per questo sono da considerarsi modalità universali
dell'essere umano. Proprio questi principi universali costituiscono il senso più profondo della
pratica yoga, che cerca di esprimerli attraverso il simbolismo di quelle particolari posture del corpo
che chiamiamo asana. Il termine asana indica tutti quelli “atteggiamenti posturali” che si assumono
consapevolmente col corpo, col respiro e con la mente, e che si mantengono nella totale immobilità,
a lungo e con naturalezza. Tutti portano un “nome”, sono un complesso fenomenico che gli yogin
hanno definito “nama-rupa” (nome-forma), e il nama (unico e irripetibile per ogni posizione)
veicola il portato psichico: il nama, cioè, è “simbolo”. Il nome della posizione assunta dal corpo
assurge, così, a valore archetipo universale, poiché cela nella sua forma verbale l'indicazione di
modalità e vissuti profondi dell'intera umanità. Questa comprensione “simbolica” delle asana non è
immediata, perlomeno non è tale se non dopo un processo di apprendimento di tipo “iniziatico”, al
quale non si accede se non tramite una progressiva trasformazione di sé. Nel mio percorso questa
iniziazione alla comprensione profonda dello yoga è avvenuta attraverso l'accesso allo Yoga Ratna,
che mi ha insegnato la possibilità di penetrare gradualmente le forme, che il corpo praticava da anni,
per arrivare al recesso più profondo di me stessa e lì incontrare il punto di “revulsione”, cioè l'inizio
di un progressivo ritorno ad un centro immobile ed eterno, dal quale la vicenda umana sembra
essere partita, perdendosi poi per strada. Da quel centro si può e si deve ripartire ogni volta, ma con
una coscienza trasformata che permette di non perdersi una seconda volta.
Un proverbio indiano dice: “Tutto ciò che non viene donato va perduto”. Per questo insegno yoga
da molti anni e credo che lo insegnerò ancora per molto tempo. Per questo vorrei condividere alcuni
spunti della ricerca che sono affiorati in questi ultimi anni e che sono la mia attuale guida.
Lo yoga ci fornisce di molto materiale simbolico: le asana attingono a piene mani dal mondo
della natura, dal mondo religioso e dal contesto sociale i loro nomi e ce ne fanno esperire il portato
universale, richiamando in noi qualità ed energie che quei simboli risvegliano. Il cosmo intero è, in
fondo, simbolico. Ovunque, attorno noi, l'energia vitale si manifesta in ciò che vediamo, in ciò che
respiriamo, in ciò di cui ci nutriamo, se solo abbiamo la chiave d'accesso a ciò che sta dietro il
fenomenologico. E lo stesso avviene, con forza ancora maggiore, in noi e attraverso di noi. Vorrei
addentrarmi meglio in questo aspetto, partendo da un paio di citazioni.
altro è il linga (il simbolo) supremo, essenziato di tutti i principi, benigno,
frequentato dalle ruote degli dei, esso solo è il luogo di adorazione supremo. Il corpo e non altro è
il mandala supremo, costituito dai tre tridenti, dai loti, dalle ruote e dagli zeri , quel luogo del cuore
che è il medesimo della pura coscienza. In esso e in esso soltanto converrà che lo yogin adori di
continuo la ruota delle divinità...”1
Questo si legge nel Tantraloka di Abhinavagupta, maestro principale del tantrismo ( X-XI secolo).
Una seconda citazione merita la nostra attenzione.
“L'uomo è archetipale. In un universo in cui fisico e metafisico sono due spetti di una stessa
realtà, il caso è provvidenza e la vita è regolata da leggi, ogni essere vivente è necessariamente
1 Abhinavagupta, Tantraloka, XXIX,171-173 (trad. italiana a cura di Raniero Gnoli, Milano 1999, p. 568).
l'incarnazione degli archetipi che sottendono alla manifestazione.
Ogni vita è archetipa, a partire dall'uomo. Microcosmo, talvolta macrocosmo, unendo il cielo con
la terra, ricapitola tutta la creazione cui è chiamato a dare un nome; contiene i tre regni, è 'creato
a immagine di Dio'.”2
Circa mille anni separano questi due testi, ma possiamo affermare che l'uomo è descritto in questo
modo da migliaia di anni nei libri sacri delle grandi tradizioni spirituali. I miti e i simboli attraverso
cui esse si sono espresse e tramandate danno testimonianza di tale visione. Una visione in cui il
corpo umano è il Simbolo per eccellenza, ricapitolando in sé l'intero processo di emanazione e
riassorbimento del cosmo da Una matrice e, soprattutto esso diviene la “mappa del tesoro” per
chiunque voglia ripercorrere il viaggio dell'Essere. Se ci addentriamo in questa realtà simbolica,
emerge come lo yoga – soprattutto un certo contesto yogico qual è il tantra ed il suo elaborato
hatha-yoga – sia tra quelle discipline che più hanno saputo elaborare con estrema raffinatezza una
specifica “disciplina del simbolismo del corpo umano”. All'interno di quest'ultima, mi ha attratta in
particolare un'indicazione che vorrei offrire come spunto di ricerca interiore. Pensando al termine
stesso di yoga, il cui primo e più esteso significato è quello di “unione”, appare evidente al
praticante che questa unione è un evento che si sperimenta in primis all'interno. E' ciò che, con altro
termine, potremmo definire “unione mistica”, centro della vita spirituale. Unione che rafforza
potentemente il mentale: la nostra mente, infatti, è condizionata dalla dualità, dalla contrapposizione
tra gli opposti, bene-male, piacere-dispiacere, amore-odio; se questi si trovano continuamente in
sterile conflitto , l'energia mentale ne viene del tutto assorbita; ma se gli stessi opposti vengono
armonizzati, essa è libera e partecipa della crescita interiore. Questa unione interiore è ben
simboleggiata nello yoga attraverso la visione sottile (esoterica) del corpo umano permeato da
canali energetici chiamati nadi: canali di natura sottile, conduttori di prana in senso lato,
rappresentanti le possibilità di determinazione della coscienza e costituenti, così, la struttura
“nascosta” dell'essere come individuo. In particolare, è interessante osservare le indicazioni che
riguardano tre di questi canali nello specifico, tutti situati nella schiena. Di questi, il canale centrale,
susumna,corre lungo la colonna vertebrale, mentre i due canali laterali percorrono rispettivamente la
parte sinistra del corpo, prendendo il nome di ida nadi , e la parte destra, prendendo il nome di
pingala nadi. Per la pratica, si potrebbe percepirli partire dai due lati del coccige, e farli risalire
direttamente alla sommità della testa o al centro della fronte, luoghi in cui confluiscono nel condotto
centrale della colonna.3 Questa confluenza dei tre canali insegnata dallo yoga costituisce una
struttura di base essenziale, un'intelaiatura sulla quale si sovrappongono molteplici rappresentazioni
simboliche ( si pensi alla' intera mappa dei cakra). L'intera struttura indica il percorso di un'ascesa
interiore: la reintegrazione delle energie umana – altrimenti di per sé dissociate 4 – al fine di
convogliarle in un unico percorso armonico la cui linea vettore è la verticale terra-cielo. Ci si
concentra sull'ascesa dell'energia interiore lungo il canale mediano, come una sorta di trampolino di
lancio per saltare al di là del corpo e della mente stessa ed espandere così il proprio orizzonte di
coscienza. Nello yoga, l'intero processo è espresso simbolicamente: l' elefante grigio rappresentato
iconograficamente all'interno del cakra di base, Muladhara, diviene l'elefante bianco rappresentato
all'interno del cakra della gola, Visuddha: la coscienza, che è passata dall'elemento “terra”
all'elemento “etere”, alleggerendosi e purificandosi, è matura per il passaggio ai due cakra
“superiori” della testa, per la sua revulsione al piano spirituale. Questo processo, nella meditazione,
avviene attorno al canale centrale, susumna, asse centrale del corpo che, grazie alla risalita
dell'energia primordiale, diviene axis mundi, l'asse del mondo: è qui che lo yogin esperisce il
processo di divinizzazione dell'uomo e l'incarnazione di Dio, i quali vengono a corrispondersi come
in uno specchio. Si noti, di passaggio, che questo processo e il suo riconoscimento a livello
simbolico è qualcosa che condividono tutte le tradizioni spirituali, che lo hanno sempre espresso col
2 Jean-Marc Kespi, “Prefazione” a Annick de Souzenelle, Il simbolismo del corpo umano, Troina (En) 1999, p. 5.
3 In contesti diversi, vengono suggeriti altri percorsi dei canali laterali, leggermente diversi, che si può ritenere varino
in relazione alle forme di pratica o agli effetti che da essi ci si aspetta.
4 Cfr. Shiva Svarodaya, text in sanskrit and roman along with English translation by Ram Kumar Rai, Varanasi 1997
(ed. italiana Tecniche indiane di divinazione (Sivasvarodaya), a cura di A. Pelissero, Torino 1991).
linguaggio e con i simboli del proprio tempo e del proprio luogo geografico di appartenenza. In
Genesi, 28,12 , l'episodio della “scala di Giacobbe”, sta proprio ad indicare questo duplice processo:
risalita dell'uomo-discesa del divino, nel luogo segreto del cuore. Nella nota formula attribuita a
sant'Ireneo (II secolo) o forse a sant'Atanasio, “ Dio si è fatto uomo affinché l'uomo diventasse
Dio”. Del resto, nel corpo umano, la stessa struttura ossea della colonna vertebrale è fortemente
simbolica: essa si è costituita e fortificata attraverso una progressiva “verticalizzazione” del rachide
nel corso dell'evoluzione umana, permettendo all'uomo di camminare col volto rivolto “verso il
cielo” piuttosto che verso la terra; le stesse “apofisi spinose” delle vertebre formano una linea
verticale, che la coscienza segue come se fossero i gradini di una “scala” che dalla terra sale al
cielo.
“E sognò di vedere una scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo;
ed ecco: gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa” (Genesi, 28,12).
L'energia, dunque, si avvia nell'asse centrale, come una spada che rientra nel fodero. Del resto,
nello yoga, la colonna vertebrale è chiamata anche vajra, la spada di Indra, signore del cielo: la sua
punta è piantata nella terra, l'impugnatura sta nel cielo. “Non sono venuto a portare pace, ma una
spada”, dice Gesù a chi lo segue5.
Nei primi secoli del cristianesimo, gli “stiliti” avevano formato delle comunità, soprattutto in
Oriente, come a Gerusalemme. Questi anacoreti, come indica il loro nome, vivevano su delle
colonne, alla cui sommità era posta una balaustra. Non potevano, forse, voler indicare in maniera
concreta, certo provocatoria, la necessità di far salire l'energia fin sopra la colonna, fino ai centri
superiori del corpo? Ancora, un po' più tardi, nel sud d'Israele, visse Giovanni Climaco 6, il quale
scrisse La Scala del Paradiso: i trenta gradini della scala descritta non possono riferirsi
simbolicamente alle trenta vertebre della colonna vertebrale, come descritta nella sua epoca?
Il simbolismo del corpo umano è ricchissimo di forme e di esemplificazioni dell'ascesa interiore.
Esso è centrale nel cammino dello yoga, la stessa mitologia cosmogonica dell'induismo ne riporta
numerosi esempi. L'indicazione di un analogo, essenziale percorso è inscritta nelle testimonianze
bibliche e in quelle dei Padri e delle Madri del deserto. Ma cosa c'è nella parte superiore del corpo?
Per arrivare al vertice, l'energia passa attraverso il centro della fronte, Ajna cakra, dove le correnti
di destra e di sinistra si incontrano : esse è rappresentato con due petali di loto posti ai lati della
fronte. Se si aggiunge un terzo petalo per l'asse centrale, essi sono “tre”. Un triangolo, dunque, che
spesso nelle sinagoghe e nelle chiese racchiude un occhio: il “terzo occhio” della visione interiore,
come descritto nello yoga?
Alla sommità del capo, al vertice, arriva e transita la verticale energetica che parte dal bacino.
Tuttavia, se la verticale devia, se il corpo (grossolano e sottile) cioè non ha “compiuto” il perfetto
allineamento della colonna, la traiettoria manca il bersaglio. Da qui credo derivi l'enfasi che lo yoga
pone sulla perfetta esecuzione della postura, soprattutto per quanto riguarda l'allineamento della
colonna vertebrale. Il primo stadio verso la “rettitudine” è dunque il raddrizzamento, cioè realizzare
le condizioni per raggiungere il vertice, per non mancare il proprio “obiettivo” 7: nella visione
energetica, la capacità di andare al di là della sommità della testa. Può esserci d'ispirazione il fatto
che, originariamente, il termine metanoia, conversione, è la capacità di mettere lo spirito (nous) al
di sopra, oltre (meta), ossia di superare se stessi. Rimaniamo alla testa. Qui si hanno, di nuovo, due
polarità opposte: il “vertice” e la “bocca”. Le correnti di energia, risvegliate, convogliate nel centro
e fatte risalire dal basso verso l'alto, vanno sia in una direzione che nell'altra. La “bocca”
rappresenta quello che in psicologia è chiamato “oralità”: un agglomerato di desideri di tipo
alimentare e sessuale e di tendenze all'aggressività e al chiacchericcio. Le emozioni ordinarie si
dirigono qui, e in generale verso il viso. Ma lo slancio dell'energia spirituale tende a salire
5 Mt, 10,34.
6 Giovanni Climaco visse tra il 579 e il 649 circa, conducendo per quarant'anni vita ascetica ai piedi del Monte Sinai,
in Palestina. E' autore di un testo dal titolo La scala del paradiso, da cui prese il suo nome (greco climax: scala).
7 Etimologicamente il termine “peccato” ( in greco amartena) indica proprio il fatto di “mancare il proprio obiettivo”.
direttamente al vertice della testa. Questa visione richiama immediatamente due indicazioni centrali
nella pratica yoga. L'energia “non purificata” - il mancato passaggio graduale attraverso tutti i livelli
di coscienza evolutivi rappresentati dai cakra e dalle loro modalità – sale alla testa (“dà alla testa”),
ma finisce per dissiparsi, senza governo, nell'oralità, amalgama di aggressività e di avidità. Ecco,
allora, la necessità di “gradualità” nella pratica e di “umiltà” nella considerazione dei risultati del
proprio percorso (yama e niyama, le astensioni e le osservanze, i primi due gradini dello
yogadarsana, stanno, non a caso, all'inizio). Il problema, infatti, non è tanto risvegliare l'energia
evolutiva, quanto sapere che cosa farne una volta che il processo è messo in moto. A questo devono
servire, probabilmente, le pratiche “purgative” - nello yoga, i due livelli di yama e niyama – che
sono richieste a chi si vuole qualificare per questo percorso. A questo è indirizzato l'avviso di
risvegliare i due canali energetici laterali prima di quello centrale, affinché essi siano
sufficientemente forti quando dovranno sorreggere lo scuotimento della colonna centrale, senza che
l'intero edificio crolli, ricoprendo di macerie il praticante. Anche sui “rischi” del risveglio ci parlano
i miti. Pensiamo alla storia di Sansone, l'uomo troppo forte che scuoto i pilastri del tempio dei
Filistei fino a farli cadere, ma che muore sotto le macerie. Del resto, se ci sembra di comprendere la
“lettera” delle indicazioni lasciate dai Saggi, non per questo se ne avrà necessariamente una piena
esperienza.
Quando lo slancio dell'energia purificata è slancio dello “spirito” - l' Ham-sa, il “cigno che si
invola” delle Upanisad – allora la risalita è al vertice del capo. Qui si contempla la “fioritura” di Sé,
come ben rappresentato dall'immagine di sahasrara cakra, situato sulla corona del capo: un fiore di
loto con mille petali, numero simbolicamente identificabile con l'infinita libertà dello spirito. Qui si
redimono tutti i peccati, avendo centrato l'obiettivo, avendo scongiurato la perdita di “senso”.
Se il fondamento del mondo (sia macrocosmo esterno che microcosmo interno) è l'opposizione
delle coppie di contrari, scopo dell'evoluzione umana è, nei simboli dello yoga, andare oltre la
dualità di queste coppie. “Integrare, unificare, totalizzare, in una parola abolire i contrari e riunire
i frammenti, è, in India, la Via Regia dello spirito” 8. Questo è un processo essenzialmente
esperienziale, mistico, è il processo dell'ascesa dell'energia interiore, Kundalini, che ha luogo nel
corpo fisico-corpo simbolico dell'uomo, come portato dell'unione interiore di energie polarizzate. E'
un processo che avviene a livello non razionale, ma intuitivo e sovra razionale, e che, dunque, non
può che esprimersi – se esprimibile - attraverso il linguaggio dei simboli. E può avvenire proprio
perché, tra tutti, il corpo è il Simbolo dei simboli, il “linga supremo”, il “mandala principale”.
Nei miti e nei simboli dell'India è racchiuso un significato universale. E così è per i miti e i
simboli di tutte le grandi tradizioni spirituali. Esse ci invitano al disvelamento.
“Meditando sul battesimo di Gesù, è possibile scorgervi la salita dei cinque elementi: egli ha i
piedi che poggiano sul fondo del Giordano; il suo corpo sta nell'acqua; sopra di esso c'è la
colomba dello spirito, che corrisponde sia all'aria, sia al fuoco (spirito significa 'soffio', e lo Spirito
Santo si è manifestato agli apostoli sotto forma di lingue di fuoco; secondo una tradizione
cristiana, inoltre, durante il battesimo di Gesù sarebbe uscito del fuoco dal Giordano); infine, al di
sopra di tutti, c'è il Padre che fa udire la sua voce, e che corrisponde all'etere. Dunque, i cinque
elementi che rappresentano il creato possono comunicare con l'alto grazie a un canale verticale
che, aperto, permette in qualche modo al divino di scendere sulla terra. E' un processo che avviene
anche nel corpo di chi si dedica alla contemplazione.”9
8 Mircea Eliade, Mefistofele e l'androgine.
9 Jacques Vigne, Il matrimonio interiore in oriente e occidente, Roma 2009, p. 84.

Il SILENZIO: PARTORIRE LA PIENEZZA

John Martin Sahajananda

Scrivere sul silenzio o parlare del silenzio è una contraddizione. Nel momento in cui parliamo o scriviamo del silenzio, esso scompare. Il silenzio non è un oggetto. Non è qualcosa che possiamo acquisire o possedere. Il silenzio è. E' come il sole che irradia la sua luce. Possiamo solamente entrare nella sua presenza e permettere che trasformi la nostra vita. Perciò non dirò del silenzio, ma solo proporrò come entrarci e fare si che si manifesti nelle nostre vite.

La natura del nostro vero sé è silenzio, onnipervadente. La natura del silenzio è dispiegamento. Se le nostre menti fermano il loro continuo chiacchiericcio, possiamo ascoltarlo. Il rumore delle nostre menti proviene da fonti diverse. Esso può arrivare dai desideri che nascono dalla nostra ignoranza e dal nostro senso di incompletezza. Può derivare dai nostri desideri frustrati e da ferite emozionali. Fondamentalmente, il rumore della mente nasce dalla spinta dell'ignoranza e del desiderio. Una spinta che crea oggetti del desiderio e la loro conoscenza. Questa conoscenza, a sua volta, dà origini a modi per ottenere gli oggetti dei nostri desideri; modi che creano sforzi; sforzi che creano il tempo psicologico; e questo tempo, infine, crea sofferenza. Quando questa spinta dell'ignoranza e del desiderio cessano, allora apriamo la porta al silenzio. In questo silenzio noi diamo vita alla saggezza, alla pienezza, alla libertà e all'Amore. La nostra vita diviene una vita di dispiegamento. Il silenzio è il linguaggio dei saggi. Tutti i loro insegnamenti sono solo un invito al silenzio.

Tutte le tradizioni spirituali insegnano che la via attraverso la quale entrare nel silenzio ed incontrare la Verità o il Divino o la Fonte della nostra vita è quella di far tacere i nostri desideri. Dobbiamo distinguere due tipi di desiderio: i desideri che nascono dalla nostra pienezza e quelli che sorgono dalla nostra incompletezza. Quando parliamo di mettere a tacere i nostri desideri, vogliamo dire i desideri che derivano dall'incompletezza.


La Isa Upanishad della tradizione Vedica afferma che l'intero universo è permeato dall'intelligenza divina; rinuncia e gioisci. Significa che Dio è dappertutto ed ogni cosa ed ognuno vivono in Dio ed hanno il loro fondamento in Dio. Significa anche che, nello stato ultimo, tutto è uno con Dio. Siamo nell'ambito dell'advaita-non dualità. Ma noi viviamo nell'ignoranza. Questa ignoranza produce desideri (contro la nostra dignità umana) che trascinano la consapevolezza umana lontano da questa unità. Questi desideri producono il tempo psicologico che, a sua volta, produce sofferenza. Il grande saggio Indiano Jiddu Krishnamurthy ha detto: “il tempo è sofferenza”. I saggi delle Upanisad invitano gli esseri umani a rinunciare all'ignoranza ( cioè al desiderio, al tempo psicologico, alla sofferenza) che sta fuori di Dio o separata da Dio, per scoprire l'essenziale unità-non dualità. Allora la vita nel mondo sarà una vita di gioia. Se gli esseri umani vivono a partire da questa unità, le azioni ( karma-reincarnazione ) non sono più imprigionanti. Essi possono vivere senza paura di perdere niente, senza l'avidità di ottenere guadagno. Buddha parlò del desiderio come causa della sofferenza e invitò a fermare il movimento del desiderio, per aprirsi alla Libertà, al Nirvana, al Vuoto e alla Saggezza.


Gesù Cristo ha affermato “il regno di Dio è vicino, pentitevi”. Il regno è la presenza universale e inabitante di Dio. E' esperienza dell'unità con Dio, nella quale si può dire “Io e Dio siamo uno”. E' la trasformazione della nostra vita nella vita di Dio, delle nostre azioni in azioni di Dio; la nostra normale vita quotidiana in una vita straordinaria; la nostra vita secolare in una vita sacra, le nostre normali azioni in rituali sacri. Il pentimento è la rinuncia alla nostra ignoranza, che ci fa percepire come esterni o separati da Dio, per scoprire la nostra unità con Dio. Significa rompere ogni barriera tra l'ordinario e lo straordinario, tra la dimensione spirituale e quella secolare; scoprire l'unità tra Dio e la creazione: non dualità. Il più grande saggio dello Yoga in India, Patanjali, ha detto: “yoga è fermare o rilassare il movimento della mente (yoga citta vritti nirodah)”. In questo contesto, il termine yoga significa “pratica spirituale”. Lo scopo di tutte le pratiche spirituali è quello di fermare il movimento della mente. Il movimento della mente è il movimento del tempo psicologico, il movimento attraverso cui il passato entra nel presente e procede nel futuro. Questo è il movimento dell'ego separato dal nostro vero sé: proviene dal nostro senso di vuoto e causa sofferenza, perciò va fermato. La cessazione di questo movimento ci apre all'esperienza del Samadhi, che significa “essere uno con l'inizio”, che è il fondamento del nostro essere. Possiamo descriverlo anche come Dio. Questo yoga possiede due aspetti: viyoga e samyoga. Viyoga inerisce alla cessazione del movimento della mente; samyoga porta all'unione con l'eterno. Il pentimento consiste precisamente nel fermare il movimento dell'ego e scoprire la nostra unità con Dio. Questo è yoga.


Non possiamo descrivere che cos'è il silenzio. Possiamo solo dire che cosa non è. Il silenzio è assenza del movimento del desiderio, dell'ego, dello sforzo, della conoscenza e del tempo psicologico. In questo silenzio nasce la saggezza, la pienezza, la libertà,l'unità, la pace e l'amore. Questo silenzio manifesta l'eternità. Lo scopo della nostra umana esistenza è vivere nell'eternità, manifestarla nel tempo e nello spazio. Vivere nell'eterno presente. Questa è una vita di dispiegamento, diversa dalla vita del divenire, che implica il tempo psicologico. Il libro della Genesi descrive questa vita di dispiegamento come la vita nel Giardino dell'Eden. Nel Giardino dell'Eden l'umanità era nuda, senza ego alcuno, senza alcun desiderio né movimento in divenire e tempo psicologico. L'umanità viveva nel silenzio interiore. Il silenzio era uno stato naturale. L'umanità dispiegava la sua vita. Adamo ed Eva camminavano con Dio nel fresco della sera, cioè vivevano nella presenza universale ed inabitante di Dio. Non c'era senso del peccato o della colpa, del bene e del male. Ma una beatitudine inconscia. Essi ebbero desiderio di divenire consapevoli di questa beatitudine e armonia. Questo desiderio, se pure buono e giustificato, dette origine al tempo psicologico, e questo senso del tempo li costrinse fuori del Giardino dell'Eden, nel mondo della sofferenza. Era rotta l'armonia originale. L'umanità deve ritornare a questo suo stato originale, nello stato di libertà dal desiderio e di assenza della sofferenza psicologica. Il silenzio è l'assenza di ogni desiderio che derivi dal nostro senso di vuoto e di incompletezza. I desideri che invece sorgono dalla pienezza non causano sofferenza. Lo stato di silenzio è come un ventre vergine che può generare nuova vita. Una donna gravida (la mente) non può concepire un nuovo figlio fintanto che non diviene “vergine”, cioè finché il suo ventre non torna vuoto. Le nostre menti sono continuamente indaffarate, attive. Sono gravide. Non c'è posto per il silenzio. Il silenzio talvolta può perfino spaventare. In una vita di silenzio non diveniamo mai gravidi. Concepimento e nascita avvengono nello stesso momento. Non c'è alcun processo temporale, poiché è una dinamica nell'ordine dell'eternità. E' l'attualizzazione delle nostre potenzialità interiori, il dispiegamento della nostra pienezza.

Vorrei presentare qui tre figure archetipiche (della tradizione biblica) che ben rappresentano questa discontinuità del movimento del desiderio e l'apertura al silenzio: Abramo, Maria e Gesù.

Abramo: Abramo non aveva figli e non desiderava morire senza poterne avere. Egli desiderava un figlio che continuasse il suo lignaggio. Dio gli dette un figlio, Isacco, e questo rese Abramo molto felice. Ma Dio chiese ad Abramo di sacrificargli questo suo unico figlio. Deve essere stato davvero difficile per Abramo: ogni colta che leggo la storia, sento che Dio è stato davvero crudele con Abramo. Ma, nel meditare su ciò, ho compreso che fu Abramo ad essere crudele, poiché egli desiderava Isacco solo per il suo desiderio di continuità. Voglio dire che Isacco non era nato per sé, ma soltanto per essere la continuità di Abramo. Per questo motivo Dio ha detto ad Abramo che Isacco non era nato per il suo desiderio di continuità, ma per Dio, cioè per la vita eterna. Isacco era un'unica manifestazione di Dio e non sarebbe potuto essere usato per il proprio desiderio di continuità, che gli avrebbe, al contrario, tolto la vita. Ecco allora Dio che chiede ad Abramo di rendere ad Isacco la sua propria vita: il senso di questa richiesta sta nell'indicare ad Abramo che egli deve desiderare di morire libero dal suo futuro psicologico, libero da ogni spinta psicologica alla continuità. Inizialmente, però, Abramo pensa di dover sacrificare fisicamente Isacco; ma il problema non era l'Isacco fisico, piuttosto l'Isacco “psicologico” di Abramo, l'incarnazione del suo desiderio di continuità. Perciò, quando Abramo fu pronto a morire libero dal futuro ( obbedisce al comando di uccidere Isacco), Isacco ha indietro la sua propria vita. Ora Abramo vive e sceglie Isacco nell'ordine dell'eternità. Abramo, morendo al suo futuro, dà la vita ad Isacco. Abramo ha fermato il movimento del desiderio, del tempo, della continuità ed è entrato nel silenzio interiore. In questo silenzio interiore è accaduto il miracolo: la nascita dell'eternità. Se vogliamo vedere questo episodio in una prospettiva più ampia, Abramo rappresenta il passato, Isacco il presente. Attraverso il suo desiderare, il passato (Abramo) utilizzava il presente (Isacco) per proseguire nel futuro. Ciò significa che il passato uccide il presente e anche il futuro. Presente e futuro non sono altro che veicoli utilizzati dal passato per continuare. Perciò, se il passato vuol dare vita al presente e al futuro, esso deve morire. Solo morendo al desiderio di continuità il passato può dare vita al presente e al futuro. Quando si esaurisce la dinamica psicologica del passato, allora sorge il vero silenzio e ha luogo la nascita della libertà e dell'eternità.


Maria: Nella Cristianità abbiamo il racconto dell'immacolata concezione: la Vergine Maria che partorisce il Figlio di Dio. La Verginità non è semplicemente fisica, ma è anche spirituale. Spiritualmente una vergine è colei che porta discontinuità col Dio della storia, e partorisce il Dio dell'eternità. La Verità, o Dio, possiede due aspetti: uno storico ed uno eterno. Quando Mosé chiese a Dio il suo nome, Dio in primo luogo disse: “Io sono Colui che è”. Per Mosé fu difficile entrare in relazione con questo aspetto di Dio. Perciò Dio aggiunse che Egli era il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: l'aspetto storico di Dio. Allora Mosé fu in grado di relazionarsi col Dio dei suoi antenati. Ma il Dio della storia desidera la continuità, divide gli esseri umani e chiede fedeltà. Perciò, gli esseri umani non potranno avere vera libertà e libera volontà; semplicemente, daranno continuità al passato. In questa prospettiva, il presente e il futuro non sono che veicoli per la continuità del passato. Questo Dio assomiglia ad Abramo che desidera avare dei figli che siano la sua continuità, e non figli dell'eternità. Per dare alla luce il Dio dell'eternità, c'è bisogno di una vergine che porti discontinuità col Dio della storia e partorisca l'eternità. Per donare all'umanità la vita e la libertà, il Dio (Padre e Madre) della storia deve morire al suo desiderio di continuità. Il Dio della storia vuole morire (come Abramo), ma gli esseri umani non lo permettono. Essi riducono Dio a Dio della storia e vogliono dargli continuità, pensando così di rendergli un gran servizio. Allora questo Dio diviene autoritario, domanda la sottomissione della volontà e dell'intelletto umano, ruba la libertà agli uomini. Nell'evoluzione della consapevolezza, gli esseri umani cominciano a sentire questo Dio come oppressivo e desiderano ripudiarlo, dichiarando la “morte di Dio”. Il silenzio è, tuttavia, la morte del “Dio della storia” e la nascita del “Dio dell'eternità”. E' la morte del “Dio dell'autorità” e la nascita del “Dio della libertà”.


Dio desidera che gli esseri umani siano liberi da questo Dio della storia e dell'autorità. In questo senso, la Vergine Maria fu scelta da Dio per abbandonare il Dio della storia (il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe) e partorire il Dio dell' “Io sono Colui che è”. Questo bambino, nato da una vergine, non è identificato col passato ma con l'eternità. Esso non sarà chiamato figlio di Giuseppe e Maria, ma Figlio di Dio. La saggezza è come un bambino: essa è incondizionata, non invecchia, resta sempre nell'ora, è il simbolo dell'eternità. Giuseppe e Maria si inginocchiano davanti a questo bambino e dichiarano: “ questo bambino non è nostro figlio, ma Figlio di Dio”. Questo bambino non è per la nostra continuità, ma è figlio dell'eternità. Essi perciò sacrificano il loro desiderio di continuità e scelgono per il bambino l'ordine dell'eternità, come già aveva fatto Abramo. In questo modo, essi divengono genitori vergini, proprio come Abramo. I tre saggi che vennero per rendere omaggio a Gesù bambino rappresentano simbolicamente la verità storica, il simbolo della conoscenza. E' una scena bellissima, dove si rappresenta la verità storica che cade ai piedi della verità eterna; la conoscenza ai piedi della sapienza; il passato ai piedi dell'eterno presente; gli anziani che si inginocchiano davanti al bambino e i genitori che venerano il loro proprio figlio. Tutto ciò rappresenta il passato che dà vita al presente rinunciando a se stesso. Il presente per il presente, e non per il passato o per il futuro. Il Natale è la nascita di questa eternità. Un evento reso possibile dalla cooperazione di una vergine. L'immacolata concezione, la nascita da vergine, accade in ogni momento della nostra vita. Ogni momento della nostra vita racchiude l'eternità. Ogni momento della nostra vita e Natale.


Re Erode rappresenta l'evento opposto. Egli vuole figli che perpetuino la sua stirpe; assomiglia ad Abramo prima del suo sacrificio. Per questo è stato considerato l'assassino di bambini innocenti. Scegliersi dei figli per la continuità dei genitori fisici o spirituali (le religioni) significa ucciderli. Erode si prese delle vite innocenti con violenza. In questo modo, egli è simbolo dei desideri nati dal nostro senso di incompletezza: desideri che creano violenza interiore e, di conseguenza, anche esteriore, creando un mondo di violenza. La Vergine Maria, diversamente, è simbolo del desiderio che nasce dalla pienezza: essa non desidera continuità, ma dà la vita ai suoi figli. La pace è con lei ed essa porta pace nel mondo. Alla nascita di suo figlio gli angeli appaiono e cantano:” Gloria a Dio nell'alto e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Essa partorisce la Gloria di Dio e la pace.


Gesù Cristo: Gesù Cristo ha affermato: “Io sono la via, la verità e la vita: nessuno va al Padre se non attraverso di me”. Solamente una persona che vive nel silenzio interiore , la verità e la vita” nell'eterno presente può pronunciare questa affermazione. Questa affermazione ha due aspetti: libertà dal passato e libertà dal futuro. Affermare “Io sono la via, la verità e la vita” significa che sono completamente libero dal passato. Non seguo nessuno del passato, non sto dando alcuna continuità al passato. Sono persona originale e creativa. Decido ogni singolo momento della mia vita cosa fare e cosa non fare. Dispiego la mia vita, poiché il regno di Dio è qui e ora. Significa anche “non desidero continuarmi nel futuro, voglio che il futuro sia libero da me e possa come me dire 'Io sono la via, la verità e la vita'”.” Vivo per l'eternità e voglio che ciascuno viva per l'eternità e non per la continuità”. Vivere nell'eterno presente significa vivere nel regno dell'originalità e della creatività. In questo regno non si entra nelle tracce lasciate da altri, né si lasciano tracce per altri da seguire. E' la terra inesplorata. Probabilmente, questo è ciò che voleva dire Krishnamurthy quando affermava che “la verità è una terra inesplorata”. In questo regno ciascuno vive una vita originale e creativa. Non c'è maestro e non c'è discepolo. Ciascuno vive nell'ordine dell'eternità, e non della continuità. Vivere secondo l'ordine della continuità significa vivere meccanicamente, vivere un'esistenza umana di “seconda mano”. Desiderare la continuità equivale a uccidere il futuro. Gesù è entrato in questo regno del silenzio al momento del suo battesimo. Il battesimo di Gesù fu proprio il momento in cui egli uscì dal Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe ed entrò nel Dio dell'eternità: “Io sono colui che è”. In quel momento, Gesù realizzò anche la sua unità col Dio dell'eternità e disse: “Io e il Padre siamo uno”. “Nessuno viene al Padre se non attraverso di me”: questa affermazione significa nessuno è in grado di pervenire a quell'esperienza che permette di dire a Gesù “Io sono la via, la verità e la vita” e “ Io e il Padre siamo uno”, se non facendo ciò che egli fece: uscire dal Dio della storia (passato) ed entrare nel Dio dell'eternità. Questa è la via per tutti. Dice Gesù: “come il Padre possiede la vita per se stesso, così egli l'ha concessa al Figlio; io sono venuto per per donare la vita in abbondanza”. Avere la vita significa vivere nell'eterno presente. Solamente nell'eterno presente possediamo vera libertà e libero volere. Il tempo è liberato da tutto il peso del divenire, dal compito impossibile di raggiungere l'eternità attraverso il movimento. Dare la vita significa scegliere l'ordine dell'eternità e non quello della continuità. Significa donare agli altri libertà e libero volere, e non controllare. Gesù è venuto a donare la vita, perciò ha dovuto morire alla sua continuità. Morendo alla continuità psicologica, doniamo la vita agli altri. Abramo, Maria e Gesù sono morti ai loro desideri e hanno dato la vita ai loro figli. Gesù ha donato la vita ai suoi figli spirituali.


Abramo fu spiritualmente vergine, Maria fu spiritualmente vergine e Gesù fu spiritualmente vergine; i saggi delle Upanishad furono spiritualmente vergini; Buddha fu spiritualmente vergine e così Patanjali. Ognuno di loro hanno esaurito il movimento del desiderio e del senso di continuità, aprendo in questo modo la porta del silenzio e partorendo l'eternità e la libertà. Essi sono divenuti donatori di vita. Questa è la via per tutti. La vita ci invita tutti a divenire spiritualmente vergini. Solamente divenendo spiritualmente vergini permettiamo al silenzio di manifestarsi. Essere nel silenzio significa essere in uno stato di verginità spirituale. In questo stato virginale diamo alla luce la sapienza, l'eternità, l'unità, la libertà, l'umiltà, la creatività e l'amore. Partorendo diveniamo madri, pure non perdiamo la nostra verginità. Non perdiamo il nostro silenzio. Rimaniamo vergini. Questo è il mistero di una nascita e di una maternità virginale. Questo significa affermare che la nostra vita non è nostra, ma è la vita di Dio. Le nostre azioni non sono nostre, ma sono le azioni di Dio. I nostri figli non sono nostri, ma sono i figli di Dio. Nel linguaggio di Gesù, significa entrare nel regno di Dio. Scopriamo questo regno di Dio nella caverna dei nostri cuori, nel silenzio dei nostri cuori.

La Chandogya Upanishad dà una bellissima descrizione di questo silenzio interiore in cui nasce Dio.

Dice:

Nel centro del castello del Brahman, il nostro corpo,

c'è un piccolo santuario della forma del fiore di loto,

e al suo interno si può trovare un piccolo spazio. Dovremmo scoprire chi abita lì e desiderare di conoscerlo.

E se qualcuno chiede, “Chi abita in un piccolo santuario

dalla forma di un fiore di loto

nel centro del castello del Brahman?

Chi dovrebbe desiderare di scoprirlo e conoscerlo?”, possiamo rispondere:

Il piccolo spazio all'interno del cuore è grande come il vasto universo.

I cieli e la terra vi sono contenuti, e il sole e la luna

E le stelle: il fuoco e il lampo e i venti vi sono contenuti;

E tutto ciò che ora è e tutto ciò che non è:

poiché l'intero universo è in Lui e Lui abita all'interno del nostro cuore.”

Il piccolo santuario dalla forma di loto rappresenta il nostro Sé vergine, il nostro cuore spirituale. Il piccolo spazio è silenzio e in esso abita Dio. L'intera creazione è in Dio. Se Dio abita in noi, allora l'intera creazione è dentro di noi. Lo scopo di tutte le nostre pratiche spirituali è quello di aiutarci a esaurire il movimento dell'ignoranza e del desiderio. Questo ci aiuta ad entrare nel nostro santuario interiore, la caverna dei nostri cuori. Al suo interno scopriamo un piccolo spazio, il silenzio interiore. In quel silenzio scopriamo il completamento (compimento) delle nostre vite. In quel silenzio noi partoriamo libertà e amore. Quel silenzio dispiega la vita. La vita del “fruttificate e moltiplicatevi”. Questo significa manifestare gli attributi divini di amore e compassione nelle nostre umane relazioni.

 

SILENCE: GIVING BIRTH TO FULLNESS

John Martin Sahajananda

To write something on silence or to speak about silence is a contradiction. The moment we speak about silence and write about silence, silence will disappear. Silence is not an object. It is not something we can acquire and possess. Silence is. It is like the sun radiating its light. We can only enter into its presence and allow it to transform our life. So I do not wish to say anything about silence but only propose how we can enter into silence and allow it to manifest in our lives.

Silence is the nature of our true self and it is all pervading. Its nature is to unfold. If our minds stop their continuous chattering we can listen to it. The noise of our minds can come from different sources. It can come from the desires that are born from our ignorance and sense of incompleteness. It also can come from our unfulfilled desires and emotional wounds. Basically it is the movement of ignorance and desire. This movement creates objects of desires and their knowledge. This knowledge creates ways to obtain the objects of our desires; these ways create efforts; these efforts create psychological time; and this time creates suffering. When this movement of ignorance and desire come to an end then we open the door to silence. In this silence we give birth to wisdom, fullness, freedom and Love. Our life becomes a life of unfolding. Silence is the language of the sages. All the words that come from them are only an invitation to silence.

All spiritual traditions tell us that silencing our desires is the way through which we enter into silence and encounter the Truth or Divine or the Source of our life. We need to distinguish two types of desire: desires that from our fullness and the desires that come from our incompleteness. When we say silencing our desires we mean the desires that come from our incompleteness.

The Isa Upanishad of the Vedic tradition says that the whole universe is permeated by the divine intelligence; renounce and enjoy. It means that God is everywhere; and everything and everyone live in God and have their foundation in God. It also means that in the ultimate state everything and everyone is one with God. It is advaita-non-duality. But we live in ignorance. This ignorance produces desires (against our human dignity) which take human consciousness away from this unity. These desires produce psychological time which in turn produces suffering. The great Indian sage Jiddu Krishnamurthy said: time is suffering. The Upanishad sage is inviting human beings to renounce ignorance (which is to renounce desire, to renounce psychological time, suffering) that there are outside God or separate from God and discover the essential unity-non-duality. Then the life in the world will be a life of joy. If human beings live their lives from this unity then actions (karma-reincarnation) do not bind them. They can live their life without any fear of losing anything or any greediness for reward. Buddha spoke of desire being the cause of suffering and advocated to stop the movement of desire which opens one to Freedom, Nirvana, Emptiness and Wisdom.

Jesus Christ said ‘the kingdom of God is at hand, repent’. The kingdom of is the universal and the indwelling presence of God. It is the experience of oneness with God in which a person says ‘God and I are one’. It is transforming our life into life of God, our actions into actions of God; our normal daily life into extraordinary life; our secular life into sacred life and our normal actions into sacred rituals. Repentance is renouncing our ignorance that we are outside God or separate from God and discovering our unity with God. It is breaking barriers between the ordinary and extraordinary, spiritual and secular. It is discovering unity between God and creation: non-duality. The greatest sage of Yoga in India, Pathanjali said: yoga is stopping or relaxing the moment of the mind (yoga citta vritti nirodah). Yoga here means spiritual practice. The purpose of all spiritual practices is to stop the movement of the mind. The movement of the mind is the movement of desire, the movement of psychological time, the movement of the past entering into the present and going into the future. This is the movement of the ego separated from our true self. This movement is a mechanical movement comes from our emptiness and causes suffering. This movement has to be stopped. The cessation of this movement opens one to Samadhi, which literally means to be one with the beginning, which is the foundation of our being. It also can be described as God. There are two aspects to this yoga: viyoga and samyoga. Viyoga is to stop the movement of the mind and samyoga is to unite with the eternal. Repentance is to stop the movement of ego and discovering our unity with God. It is yoga.

We cannot describe what silence is. We can only say what silence is not. Silence is absence of this movement of desire, the movement of ego, the movement of effort, and the movement of knowledge and the psychological time. In this silence is born wisdom, fullness, freedom, unity, peace and love. This silence manifests eternity. The purpose of our human existence is to live in eternity. It is to manifest eternity in time and space. It is to live in the eternal present. It is the life of unfolding as opposed to the life of becoming, which involves psychological time. The book of Genesis describes this life as the life in the Garden of Eden. In the Garden of Eden humanity was naked, without any ego, without any desire and without any movement of becoming and psychological time. They were living in inner silence. Silence was their natural state. They were unfolding their life. Adam and Eve walked with God in the cool of the evening which was to live in the universal and indwelling presence of God. There was no sense of sin or guilt, good and evil. But it was an unconscious bliss. They had the desire to become conscious of this bliss and harmony. This desire, even though a good desire and justified, created psychological time, and that time put them outside the Garden of Eden and thus into suffering. The original harmony was disturbed. Humanity has to go back into its original state, into the state of without freedom from desire and without psychological suffering. Silence is the absence of this desire that comes from our emptiness or incompleteness. Desires that come from fullness do not cause suffering. The state of silence is like a virgin womb which can bring forth new life. A pregnant woman (mind) cannot conceive a new baby until she becomes virgin in the sense that her womb becomes empty. Our minds are continuously busy or active. They are pregnant. There is no place for silence. Silence can even frighten some people. In the life of silence we never become pregnant. The conception and birth take place at the same time. There is no time process because it is the movement of eternity. it is the actualization of our inner potentialities or the unfolding of our fullness.

I would like to present three archetypal persons (from the biblical tradition) who represent this discontinuity of the movement of desire and opening to silence. and gave birth to wisdom, freedom, eternity, creativity and love. They are: Abraham, Mary and Jesus.

Abraham: Abraham had no children and he did not want to die without children. He wanted a son who can continue his lineage. God gave him a son, Isaac, and Abraham was very happy. But God asked Abraham to sacrifice his only son. It would have been very difficult for Abraham. Whenever I read that story I always felt that God was very cruel to Abraham. But as I meditated on it I realized that it was Abraham who was cruel. He wanted Isaac only for his continuity. It meant that Isaac had no life of his own but was born only to be the continuity of Abraham. So God told Abraham that Isaac was not for his continuity but for God, which meant for eternity. It meant that Isaac was the unique manifestation of God and he could not be used for continuity, which meant taking away his life. So God was asking Abraham to give back life to Isaac, which meant that Abraham must be willing to die without his psychological future, without psychological continuity. Abraham thought that he had to sacrifice Isaac physically. The problem was not physical Isaac but psychological Isaac of Abraham which was his desire for continuity. So when Abraham was ready to die without his future (his willingness to kill Isaac) Isaac got back his life. Now Abraham lived for eternity and chose Isaac also for eternity. It meant that Abraham, by dying to his future, gave life to Isaac. Abraham stopped the movement of desire, movement of time, movement of continuity and entered into inner silence. In this inner silence miracle happened: the birth of eternity. If we take this into wider circle, Abraham represents past, Isaac represents present. With his desire past (Abraham) was using present (Isaac) in order to go to future. It means that past is killing present and also future. Present and future are just vehicles for past to continue. If past wants to give life to present and future then it has to die. It is only by dying to its continuity that past can give life to present and future. When the psychological movement of the past comes to an end then the real silence dawns and the birth of freedom and eternity take place.

Mary: In Christianity we have the episode of virgin birth: Virgin Mary giving birth to the Child of God. Virginity is not limited only to Physical virginity but also spiritual virginity. Spiritually a virgin is one who discontinues the God of history and gives birth to the God of eternity. Truth or God has two aspects: historical and eternal. When Moses asked God his name, God first said: I am who I am. It was difficult for Moses to relate with this aspect of God. So God told him that he was the God of Abraham, of Isaac and of Jacob. This was the historical aspect of God. Moses was able to relate with the God of his ancestors. But the God of history desires continuity; divides human beings and demands loyalty. Human beings will not have real freedom and free will. They just give continuity to the past. The present and the future are only vehicles for the past to continue. This God is like Abraham who wants children for his continuity and not for eternity. In order to give birth to the God of eternity God needs a virgin who can discontinue the God of history and can give birth to eternity. In order to give life and freedom to humanity the God of history has to die to his/ her continuity. God of history is willing to die, like Abraham, but human beings do not allow that. They reduce God into the God of history and want to give continuity to that God. People think that, by doing this, they are doing a great service to their God. This God becomes the God of authority who demands the submission of human will and intellect. He or she takes away human freedom. In the evolution of human consciousness human beings feel that this God is oppressive and want to get rid of this God and declare the ‘death of God’. Silence is the death of God of history and birth of God eternity. It is the death of God of authority and the birth of God of freedom.

God desires that human beings be free from this God of history and authority. Virgin Mary was chosen by God to discontinue the God of history, (the God of Abraham, of Isaac and of Jacob) and give birth to God of ‘I am who I am’. This child, born of a virgin, is not identified with the past but with eternity. This child is not called son of Mary or Joseph, but the Child of God. Wisdom is like a child. It is unconditioned. It never grows old. It is always now. It is the symbol of eternity. Joseph and Mary kneel down in front of this child and say: this child is not our child but God’s Child. This child is not for our continuity but eternity. They were sacrificing their desire for continuity and choosing their child for eternity, just as Abraham did. They became virgin parents just as Abraham was. The three wise men that came to worship the child Jesus were the symbol of historical truth, symbol of knowledge. It is a beautiful scene where the historical truth falls at the feet of eternal truth; knowledge at the feet of wisdom; past falling at the feet of eternal present; old people kneeling down at the presence of a child and parents worshipping their own child. It means that the past gives life to the present by renouncing its continuity. The present is for the sake of the present and not for the sake of the past or the future. Christmas is the birth of this eternity. It was possible because of the cooperation of a virgin. Virgin birth happens at each moment of our life. Each moment of our life is eternity. Each moment of our life is Christmas.

But King Herod was different. He wanted children for his continuity. He was like Abraham before his sacrifice. He was considered to be a murder of innocent children. To choose children for the continuity of physical parents or spiritual parents (religions) is to kill them. Herod took innocent life. He was violent. Herod is a symbol of desires that come from our incompleteness. These desires create inner violence and consequently create a world of violence. Virgin Mary is the symbol of desire that comes from fullness. She does not desire continuity. She gives life to her children. She is peaceful and brings peace in the world. At the birth of her child angels will appear and sing ‘glory to God in the highest and peace to the people of good will on the earth’. She gives birth to glory of God and peace.

Jesus Christ: Jesus Christ made the statement: I am the way, the truth and the life: no one comes to the Father but through me’. Only a person who lives in inner silence and in the eternal present can make this statement. This statement has two aspects: freedom from past and freedom to future. To say ‘I am the way, the truth and the life’ means that I am completely free from past. I do not follow anyone from the past. I am not giving any continuity to past. I am an original and creative person. I decide each moment of my life what to do and what not to do. I am unfolding my life. The kingdom of God is here and now. It also means that ‘I do not want to continue in the future. I want the future to be free from me and say like me ‘I am the way, the truth and the life’. ‘I live for eternity and I want everyone to live for eternity and not for continuity’. To live in the eternal present means to live in the realm of originality and creativity. In the realm of originality and creativity no one enters into the traces left by others and no one leaves the traces for others to follow. It is the pathless land. Probably this is what Krishnamurthy meant when he said that ‘the truth is a pathless land’. In that land everyone lives an original and creative life. There is no master and no disciple. Everyone lives for eternity and not for continuity. To live for continuity is to live a mechanical life, to live a second hand human existence. To desire continuity is to kill the future. Jesus entered into this realm of silence at the moment of his baptism. Baptism was the moment in which Jesus came out of the God of Abraham, of Isaac and of Jacob and entered into the God of eternity: I am who I am’. He also realized his oneness with that God of eternity and said ‘the Father and I are one’. He said ‘that no one can come to the Father except through me’. It means that no one can come to the experience of Jesus in which he could say ‘I am the way, the truth and the life’ and ‘The Father and I are one’ except by doing what he did: it is to come out of the God of history or past and enter into the God of eternity. This is the way to everyone. Jesus said: just as the Father has life in himself, he has granted the Son to have life in himself; I have come to give life and give it abundantly. To have life is to live in the eternal present. Only in the eternal present we can have real freedom and free will. Time is freed from all the burden of becoming. It is freed from the impossible task of reaching eternity through movement. To give life means to choose everyone for eternity and not for continuity. It is to give freedom and free will to others and not to control others. Jesus came to give life for that he had to die for his continuity. It is by dying to our psychological continuity that we give life to others. Abraham, Mary and Jesus died to their desires and gave life their children. In the case of Jesus he gave life to his spiritual children.

Abraham was a spiritual virgin, Mary was a spiritual virgin and Jesus was a spiritual virgin; the Upanishad sages were spiritual virgins; Buddha was a spiritual virgin and Pathanjali was a spiritual virgin. They all stopped the movement of desire and continuity and opened the door to silence and gave birth to eternity and freedom. They became givers of life. This is the way to everyone. Life invites everyone to become a spiritual virgin. It is only by becoming spiritual virgins that that we allow silence to manifest. To be in silence means to be in a state of spiritual virginity. In this virginal state we give birth to wisdom, eternity, unity, freedom, humility, creativity and love. By giving birth we become mothers and yet we do not lose our virginity. We do not lose our silence. We remain virgins. This is the mystery of virgin birth and virgin motherhood. This is to say that our life is not our life but God’s life. Our actions are not our actions but God’s actions. Our children are not our children but God’s children. In the language of Jesus it is to enter into the kingdom of God. We discover this kingdom of God in the cave of our hearts, in the silence of our hearts.

The Chandogya Upanishad gives a beautiful description of this inner silence and the birth of God in it.

It says:

In the center of the castle of Brahman, our own body,

There is a small shrine in the form of a lotus-flower,

And within can be found a small space. We should find who dwells there, and we should want to know him.

And if anyone asks, "Who is he who dwells in a small shrine

In the form of a lotus-flower

In the center of the castle of Brahman?

Whom should we want to find and to know?" we can answer:

The little space within the heart is as great as this vast universe.

The heavens and the earth are there, and the sun and the moon

And the stars: fire and lightning and winds are there;

And all that now is and all that is not:

For the whole universe is in Him and He dwells within our heart."

The small shrine in the form of the lotus is our virgin self, our spiritual heart. The small space is silence and in this silence dwells God. The whole of creation is in God. If God dwells in us then the whole of creation is within us. The purpose of all our spiritual practices is to help us to stop the movement of ignorance and desire. This facilitates us to enter into our inner shrine, the cave of our hearts. In that cave we discover a small space, inner silence. In that silence we find the fulfillment of our lives. In that silence we give birth to freedom and love. That silence unfolds life. It is the life of fruitfulness and multiplication. It is manifesting divine attributes of love and compassion in our human relationships.

In the year 2012, when science, secularism, atheism and moral relativism are ruling the day; when Christianity is losing its hold and Churches are becoming empty; when there is increase of fundamentalism and religious violence; when there is conflict between science and religion; when people are moving away from religion to spirituality; when there is an increase in the number of New Agers; God sent the angel Gabriel to a young woman, named Mary, living in an unknown village called Sathya Guha, which means the cave of Truth.



Angel: Hail Mary, full of grace, the Lord is with you.

Mary: O my Lord, who are you? What does your greeting mean?

Angel: Mary, I am arch angel Gabriel. I serve in the presence of God. Do not be afraid and feel at home. God has sent me to announce the good news to you. This good news will be the good news to the whole of mankind. God has chosen you to give birth to the Child of God.

Mary: O my Lord, be seated. What does it mean to give birth to the Child of God?

Angel: Mary, humanity is divided. There is so much of violence in the world in the name of religions, nationalities and ethnic groups. Secularism, atheism and relativism are ruling the day. People are moving away from Christianity and the Churches are becoming empty. There is so much of individualism and materialism in the world. There is also an increase of religious fundamentalism. God needs a virgin who will cooperate with God’s plan and give birth to the Child of God who will break down the walls of division and will create one God, one creation and one mankind. This Child will make human beings free and will show the real meaning of human existence. He will bring healing, unity and peace in the world

Mary: O my Lord, Do you mean that God needs a physical virgin?

Angel: Mary, there are two types of virginities: physical and spiritual. What God needs is a spiritual virgin but not a physical virgin.

Mary: O my Lord, forgive me for my ignorance and do not be angry with me if I ask you questions. What does it mean to be a virgin spiritually?

Angel: Mary, do not be afraid to ask questions. It is important that you ask questions. A spiritual virgin is one who has the courage to discontinue the God of its ancestors, the God of the past, and gives birth to the God of eternity, I am what I am. The child born of this virgin will not be named after the past but of eternity. This Child will be called, the Son of God or the Daughter of God. The expressions ‘the Son of God ‘and ‘the Daughter of God’ are metaphorical.

Mary: O my Lord why should we discontinue the God of our ancestors? Does our God not give us a direction, a light, a rule for our life, a sense of belonging and security? Should we not be loyal and grateful to the God of our ancestors and tradition?

Angel: Mary, it is true that the God of your tradition gives you direction and security and you have to be grateful to the God of your ancestors but that God divides humanity and controls the will and the intellect of human beings. Human beings will not have real freedom and free will. If doubts arise then either they live in a continuous inner conflict or rebel against God and declare the ‘death of God’.

Mary: O my Lord, today there are millions of people in the world who call themselves secularists and atheists. They do not believe in God and they want to live their life without religion or God. They are allergic to God and do not want to hear the word ’God’. They look strangely at people who believe in God and speak of religion. Some are very aggressive and want eliminate God from public life. Some want to live a secular spirituality without God and religion. They are also New Agers who create their own syncretistic belief systems. I am wondering what their status is. Are they lost or do they have any place in the plan of God.

Angel: Mary, secularism and atheism are the deep longing of human heart to free itself from the God of the past, and of authority and discover the God of eternity and freedom. Since religion confines to the God of authority it closes the door to the God of freedom. By rejecting the God of religions, secularism and atheism are making human minds free. They are deconditioning the human minds and are making them into virgin minds. But there is an intermediary period. Religions and the God of religions have created a lot of repressed and suppressed energies in the human consciousness. These energies have to be manifested and purified. Then they will be ready and open to listen to the voice of God. They will be visited by an angel of God with the good news that they are chosen by God to give birth to the God of freedom and eternity. There will be an extraordinary spiritual awakening and the celebration of Christmas in everyone’s life. There will not be a spirituality based on religions but based on inner truth in which everyone will say like Jesus, ‘I am the way, the truth and the life’. This is the arrival of the new covenant that God promised and inaugurated by Jesus Christ two thousand years ago. Mary, it is towards this new covenant that humanity is moving. Secularism and atheism are preparing humanity towards this new life. New Age is also belongs to the evolutionary process of human consciousness and it will find its fulfillment in the new covenant.

Mary: O my Lord, are you saying that there are two Gods: the God of history and the God of eternity?

Angel: Mary, there are no two Gods. There is only one God. This God is like the infinite space. The God of history, in a way, is the projection of the human mind, like building houses according to the need and the development of the people. The infinite God allows human beings to build these houses and even inspires them to do so. These houses serve as the womb of God in which God conceives human beings, protects them, nourishes them and when they are ready gives birth to them into eternity. The difficulty comes only when human beings consider the space within their houses as the absolute truth, as the infinite space. When this happens human beings imprison themselves in the conditioned truth and create a world of conflict and violence. To discontinue the God of history means to come out of the limited space within the walls and enter into the freedom of the infinite space. God is inviting humanity to grow.

Mary: O my Lord, does this mean that it is not necessary to be loyal to the God of our ancestors?

Angel: Mary, God has designed human beings to grow spiritually from the God of history to the God of eternity, from the God of authority into the God of freedom. God desires the unity of mankind and the freedom of human beings. Exclusive loyalty to the concepts of God according to one’s tradition blocks this spiritual growth, divides human beings and keeps human beings in spiritual infantilism. It becomes a continuous source of conflict and violence in the world. In order to facilitate the spiritual growth of human beings into adulthood, the unity of mankind and the freedom of human beings, you need to discontinue the God of the past and authority and give birth to the child of God, the God of now and freedom. Only then there will be peace in the world.

.Mary: O my Lord, is this child physical or spiritual?

Angel: Mary, this child will be both physical and spiritual.

Mary: O my Lord, what does it mean that the child is physical?

Angel: Mary, when physical parents kneel down at the birth of their physical child and say: this child is not our child but God’s child; we are only the foster parents to God’s child; then those parents will become virgin parents. That birth will be considered to be a virgin birth. That would be the celebration of Christmas. All children are God’s children. Human parents are only foster parents but out of ignorance, they appropriate to themselves what belongs to God. If children are brought up according to one’s tradition or religion then they are sown the seeds of conflict and violence from the beginning and thus you create a world of conflict and violence. If children are brought up as ‘the children of God’ then there will be cooperation and peace in the world.

Mary: O My Lord, what does it mean that the child is spiritual?

Angel: Mary, it is giving birth to the universal consciousness. It is giving birth to the image and likeness of God. This universal consciousness breaks down all barriers and creates one God, one creation and one mankind. This consciousness is united with the whole of humanity and of creation and lives for the welfare of the whole of humanity and of creation. It lives in unity, freedom, creativity, peace and universal love. Its identity is ‘I am’.

Mary: O my Lord, where does this birth take place?

Angel: Mary, this birth takes place within you, in your true self and the true self of every human being. It takes place in the cave of your heart. To give birth to the universal consciousness is to discover your image and likeness of God.

Mary: O my Lord, I feel that I am not worthy to be the mother of this child, this universal consciousness.

Angel: Mary, do not feel that you are unworthy of this call. No one is unworthy of this call. Everyone is worthy of this call. God has manifested everyone in God’s image and likeness. This image and likeness of God is your true self and it is eternal virgin. This virginity cannot be taken away even if you have children physically and spiritually. It is in this virgin self that you give birth to the Child of God, universal consciousness, not in your physical body or psychological self. Because you identify yourself with your physical body or psychological self you feel that you are unworthy to this call.

Mary: O my Lord, what have I to do in order to discover my virgin self?

Angel: Mary, you have to be born again. You have to lose your lower self. For this you have to come out of the womb of your tradition and enter into the God of eternity. You have to discover your new identity ‘I am’. The God of religions is connected to your limited, conditioned and separated self. This God creates collective consciousness and collective identity. This identity divides human beings and is the source of conflict and violence in the world. You have to renounce this lower self. Do you remember what Jesus told his listeners: if you are willing to lose your lower self you will gain your higher self. If you cling to your lower self then you will lose your higher self. In the true self there is no place for religions. If you have the courage to outgrow your conditioned self and then you will discover your virgin self. This is what it means to be born again. Do you remember what Jesus told Nicodemus? ‘Unless you are born again you cannot enter the kingdom of heaven’. Nicodemus was in the womb of his religion. Jesus asked him to come out of it. God is asking you to do the same thing.

Mary: O my Lord. How can I do that? I belong to a spiritual tradition of more than two thousand years old. How can I discontinue the God of my tradition? How can I be disloyal to my tradition? Will I not be isolated from my people and feel lonely? Will I not be considered a blasphemer and face excommunication and even death?

Angel: Mary, there is a misunderstanding in the relationship between religious tradition and human beings. Religions, as belief systems, are like nests in which human beings are conceived, protected, nourished and given security until they are ready to be born or to fly into the freedom of the infinite space. Religions should not become like cages in which human beings imprison themselves in the name of security. Religions are like a womb. A womb has two functions: to conceive and to give birth. If religions want only to conceive and do not want to give birth then they become like a tomb. People enter into religions and never come out. Mary, do you remember what Jesus did? He could not remain in the tomb. He broke it open and came out. He transformed the tomb into a womb. He was born into freedom. He gave the gift of motherhood to his religion. He wanted everyone to do the same. Mary, Religious tradition is like your physical mother. Did your physical mother tell you that you were disloyal to her when you came out of her womb? Did she expect you to remain in her womb forever? Did she call you ‘a blasphemer’ and excommunicate you when you came out?

Mary: My Lord, my mother was certainly happy when I was born. She knew that I would come out and she was waiting eagerly for the day of my birth. My birth was the day of fulfillment and joy in her life. I gave her the gift of motherhood. My mother nourished me into independency and freedom.

Angel: Mary, it is the same with your spiritual tradition, which is your spiritual mother. She wants you to be born and to grow into freedom. Your desire to be loyal to your tradition is a misconception. In the matter of spiritual growth there is no place for loyalty or disloyalty. Deep down in your desire to be loyal lie also your deep fear, insecurity and your hidden desire not to grow. Not growing is a sign of death. This causes too much suffering to your spiritual mother. The invitation of God for you to enter into the God of eternity is also the deep longing of your spiritual tradition. Unfortunately the spiritual leaders are misinterpreting the role of religious traditions and are blocking this spiritual growth of human beings. Do you remember what Jesus Christ told to the spiritual leaders of his time? He said: ‘you have the keys to the kingdom of heaven; neither you enter nor allow others to enter’. Expecting absolute loyalty, religious persecutions, considering someone as a blasphemer, excommunicating people and killing them are born out of ignorance and corruption of Truth. Where there is power and authority there is corruption of Truth. It is the conditioned truth that creates power and authority and demands the obedience of will and intellect. Unconditioned truth does not seek power and authority; does not demand the obedience of will and intellect but makes people free. Do you remember what Jesus said? ‘I have come to give life and give it abundantly’. Jesus Christ gave the keys of the kingdom of God to his disciples so that they can open the door of religions and help people to move into the freedom of the infinite space. Unfortunately the words of Jesus were misinterpreted and the keys of liberation were transformed into the keys of power and authority. They are being used to control people and block their spiritual growth. Mary, God wants you to cooperate with God’s plan and facilitate this birth of new human consciousness that goes beyond religions, that transforms religions into nests and that liberates people from the power of religious leaders.

Mary: O my Lord, your reasoning and arguments are very persuading. I see the truth of it intellectually and agree with you but emotionally I feel that this demand is too much for me. Why can’t God choose religious authorities so that the message can be accepted easily?

Angel: Mary, surely the religious authorities are powerful and are very well respected but they do not have a heart of a virgin. They do not desire the spiritual growth and the liberation of their followers. They do not desire peace and the unity of mankind. They speak of peace and unity but do not allow them to come into reality. They have the heart of Herod, who desired only the continuity of his power, authority and position. He wanted children only for his continuity and not for God. He was insecure and was afraid any truth that could threaten his position and power. He wanted to know about the Messiah only to eliminate him. He killed every child who would be a threat to his continuity.

Mary, to choose children only for continuity either physical or spiritual is to kill them. Do you remember what Patriarch Abraham did? He chose Isaac for his continuity and so he killed him spiritually. God intervened and asked him to sacrifice his son and chose his son for God, for eternity. Abraham accepted the call of God to become a virgin mother.

Mary, every child is the unique manifestation of God. Every child is born for eternity and not for continuity. It is sin to choose children for continuity. Unfortunately and ignorantly religions want children for their continuity. This pains God so much. If God sends an angel to religious leaders with the message to become virgins they will not believe in it. If it comes from outside they will reject it and call it blasphemy or heresy and even may use violence.

Mary, violence comes when people refuse any invitation to grow and when people want to grow. The violence that comes from the religious fundamentalism is the violence of refusal to grow. The rebellion against any type of fundamentalism is the violence that comes from the exigency to grow.

Mary, I am sure you remember Virgin Mary. She chose her son for God and not for herself. She was like Abraham. She sacrificed her son for God. She knelt down and worshipped her son as the son of God. She had no desire for power and continuity. She declared that her son was the unique manifestation of God and she was there only to help her son to realize his unique call.

Mary, Religious authorities can have the heart of a virgin only if they are willing to renounce their desire for power and authority and willing to be at the service of human beings like Virgin Mary. But it is very difficult and rare that they can do that. In fact religious leaders have become an obstacle for peace and unity.

Mary, peace and unity are available as freely as the sun light during the day. If people remain in their closed doors of conditioned truth and search for the light how can they find it? They only need to come out of their closed doors and find peace and unity already there. It is as simple as that.

Mary, God wants you, like Virgin Mary, to choose children for God; to open the door and facilitate the birth of this child who brings peace and unity in the world.

Mary: O my Lord, Virgin Mary was specially blessed by God. I am just an ordinary poor village woman. No one will believe me; no one will listen to me and no one will take me seriously. O my Lord, I am afraid. There are many persons more eligible than I. Please, can you ask God to choose someone stronger than I?

Angel: Mary, the call of God is irrevocable. Do not be afraid. God knows that you are a poor little village woman. You are no one and powerless. In your meekness and powerlessness the grace and the power of God will be manifested. This is the marvelous work of God. Though you are simple yet you have a heart of a virgin, a universal heart. You have secretly prayed for the liberation of your people and the whole of humanity, for the unity of mankind and for peace in world. It was this simple and noble intention that made you God’s beloved; that made God to send its angel to you. Mary, I tell you truly that everyone who has this noble intention will be visited by the angel of God.

Mary, I know that you cannot respond to God’s call by your own will and strength. The spirit of God will descend upon you and make you discover your true self. In this discovery you will realize that the vocation of every human being is to give birth to the child of God. It is to be a virgin mother of God. Then you will have no choice but to say ‘yes’ to the call of God. God will give you the strength to bear witness to your vocation, as a model to every human being.

Mary: O my Lord, what does it mean to be a virgin mother? Is it possible for everyone to be a virgin mother of God?

Angel: Mary, the call of every human being is to be a virgin mother. When you are able to say: ‘My life is not my life but God’s life; my children are not my children but God’s children; and my actions are not my actions but God’s actions’ then you are a virgin mother. Every moment of your life becomes a virgin birth. Every moment of your life becomes Christmas. Do you remember what Jesus Christ said? ‘The works which I do are not my own but the Father who dwells in me does his works'. He was a virgin mother. He was celebrating Christmas each moment of his life.

Mary: O my Lord, is not virgin mother a contradiction? If one is a virgin she cannot be a mother and if one is a mother she cannot be a virgin?

Angel: Mary, by giving birth to physical children and spiritual children, you become a mother to them but you do not lose your virginity. You still remain a virgin. A virgin becomes a mother and still remains a virgin. This is the mystery of virgin birth and virgin motherhood for which you and every human being are manifested. In fact this is the original state of human beings manifested in the image and likeness of God. Do you remember Adam and Eve in the Garden of Eden? They walked with God in the cool of evening. They were naked and were not ashamed. They did not know good and evil. They were in a state of complete emptiness. They were allowing God to live in and through them. They were virgin mothers. This is the same for everyone who allows God to work in him or her. Of course Adam and Eve were living that life unconsciously but human beings are invited to enter into that life consciously.

Mary: O my Lord, I find difficult to say that ‘my actions are God’s actions and my life is God’s life’. What if I do bad actions? I will be in a state of confusion. I will find difficult to say that they are also God’s actions. Please explain more to me on this question.

Angle: Mary, in truth, all life is God’s life, all children are God’s children and all actions are God's actions because there is only one God, one life, one truth and one way. Only when you realize this truth existentially you will be able to say that ‘your life is God’s life’. Out of ignorance human beings appropriate what belongs to God and fragment life. Sin is fragmentation of life. From this fragmentation of life comes evil and violence in the world.

Mary: O my Lord, what does it mean that there is only one life, one truth and onelife?

Mary, do you remember the two trees that God planted in the Garden of Eden: the tree of life and the tree of knowledge of good and evil? These two trees are the symbols of two types of human consciousness. The tree has leaves, branches, trunk and roots. They are all interconnected. There is only one tree, one life, one truth and one way. There is no good and evil but only absolute good. When there is harmony among them then it is the tree of life. Each leaf will say ‘my actions are not my actions but actions of the whole tree’. If a leaf says that it is doing its actions on its own then it is a lie. It is the same with human beings. Only in this realization a person can say ‘my life is God’s life’ and ‘my actions are God’s actions’. A person can say that there is only one way, one truth and one life.

The tree of knowledge of good and evil is when human consciousness falls into the level of branches and leaves and forgets the trunk and the roots. It is the fragmentation of human consciousness. This fragmentation is artificial because no branch and leaf can live without the trunk and the roots. It is the state of ignorance. There is no harmony. This consciousness creates a world of good and evil. In this level a person thinks he or she is the author of actions. A person says ‘I am the author of my actions’. A person cannot say ‘my life is God’s life and my actions are God’s actions’. Adam and Eve ate the fruit from the Tree of knowledge of good and evil and lost the original harmony. They came out of the Garden of Eden. Jesus Christ at the moment of his baptism reentered the Garden of Eden and established the original harmony. He ate the fruit from the tree of life. He was able to say: the works which I do are not my own but the Father who dwells in me does his works’. He was living in one way, one truth and one life. He described this life as ‘the kingdom of God’. Jesus invited everyone to eat the fruit from the tree of life; to reenter the Garden of Eden; to enter the kingdom of God, with the word, ‘repent’. Unfortunately his followers have created another collective consciousness, another branch and continued to remain in the tree of knowledge of good and evil. Mary, your awareness is still at the level of this branch, your spiritual tradition. God is inviting you to eat the fruit from the tree of life, to reenter your original awareness, original harmony. This original harmony is your true life. Mary, when you know that this is your true nature and true life then you have no choice but to accept the call of God.

Mary: O my Lord, I am the hand maid of God, Let it happen to me according to God’s will!

Then the Angel left her.